Dopo aver perso nel giro di poche settimane qualsiasi legame con Gap e Balenciaga prima, e con adidas poi, non sembrano volersi placare le polemiche attorno alla figura di Kanye West, da tempo al centro di un ciclone mediatico che pare non volersi fermare (o meglio, dal quale lui stesso sembra non voler uscire).

Se nelle scorse settimane erano state le controverse dichiarazioni antisemite di Ye a costringere i due brand a mettere in discussione i loro rapporti con l'artista, nelle ultime è stata il suo presunto comportamento in ambiente lavorativo a far parlare: un'indagine condotta da Rolling Stone, infatti, ha portato a galla numerose rivelazioni da parte del personale che lavorava per il marchio Yeezy.

Nello specifico, alcuni dipendenti anonimi avrebbero descritto la compagnia di Kanye “sia come un paradiso creativo, che come una sorta di ambiente di culto, dove potresti essere intimidito e umiliato, o licenziato se ti piace Drake”.

Parlando del processo creativo durante lo sviluppo della collezione Yeezy Season 9, un'altra persona avrebbe affermato che “i nazisti e gli skinhead hanno rappresentato la sua più grande ispirazione”. Tali presunte dichiarazioni andrebbero ad aggiungersi alle notizie riportate da CNN qualche tempo fa, secondo le quali il rapper di Chicago si sarebbe spesso dimostrato “ossessionato dalla figura di Hitler”, elogiandone la capacità di acquisire potere.

Altri membri del personale hanno poi fatto riferimento ai modi aggressivi con i quali venivano trattati da Ye, mentre un contraente si è soffermato sulla sua visione, definendo l'artista "privo di istruzione in termini di abbigliamento e design”.

L'articolo di Rolling Stone si chiude con le parole di un ultimo testimone, che afferma che "niente è paragonabile alla quantità di caos, stress e ansia che provi lavorando per Yeezy".