LUXURY FASHION: il regno dello spreco?
STYLE
8 Giugno 2019
Articolo di
RedazioneLUXURY FASHION: il regno dello spreco?
Secondo quanto annunciato nelle scorse ore da “Forbes”, il governo francese ha deciso di porre rimedio all’enorme problematica degli sprechi derivanti dalla produzione di beni di lusso, in particolar modo per quanto riguarda il settore del Luxury Fashion.
Nello specifico, stiamo parlando di $730 milioni di resi e resti di inventario rimasti invenduti che annualmente sono destinati al macero, in quanto, in caso fossero soggetti a saldo, comprometterebbero in misura estremamente negativa l’immagine d’esclusività che il brand ha costruito nel corso del tempo.
A tal proposito, l’obiettivo posto dal governo francese, che in questo caso si riconosce principalmente nella figura del ministro francese Edouard Philippe, sarebbe quello di abolire entro il 2023 la diffusissima pratica di distruzione di beni di genere non alimentare, tra cui emergono particolarmente cosmetici, pelletteria, accessori e abbigliamento di lusso, che dovranno essere invece reindirizzati verso una maggiore sostenibilità, dettata dalle pratiche del riutilizzo e del riciclo.
Allo stesso modo, proprio il brand luxury britannico Burberry ha annunciato nel giugno dello scorso anno la forte determinazione e l’impegno nel porre fine alla pratica, con l’obiettivo di poter trascinare anche altri brand del lusso verso un modello più “environmentally-friendly”, usufruendo della propria potentissima immagine. La scarsa partecipazione all’iniziativa da parte dei competitors ha però reso necessario un concreto intervento a livello legislativo, nella speranza che tali misure vengano discusse prima in ambito Europeo, per poi essere estese a livello intercontinentale.
Nello specifico, stiamo parlando di $730 milioni di resi e resti di inventario rimasti invenduti che annualmente sono destinati al macero, in quanto, in caso fossero soggetti a saldo, comprometterebbero in misura estremamente negativa l’immagine d’esclusività che il brand ha costruito nel corso del tempo.
A tal proposito, l’obiettivo posto dal governo francese, che in questo caso si riconosce principalmente nella figura del ministro francese Edouard Philippe, sarebbe quello di abolire entro il 2023 la diffusissima pratica di distruzione di beni di genere non alimentare, tra cui emergono particolarmente cosmetici, pelletteria, accessori e abbigliamento di lusso, che dovranno essere invece reindirizzati verso una maggiore sostenibilità, dettata dalle pratiche del riutilizzo e del riciclo.
Allo stesso modo, proprio il brand luxury britannico Burberry ha annunciato nel giugno dello scorso anno la forte determinazione e l’impegno nel porre fine alla pratica, con l’obiettivo di poter trascinare anche altri brand del lusso verso un modello più “environmentally-friendly”, usufruendo della propria potentissima immagine. La scarsa partecipazione all’iniziativa da parte dei competitors ha però reso necessario un concreto intervento a livello legislativo, nella speranza che tali misure vengano discusse prima in ambito Europeo, per poi essere estese a livello intercontinentale.
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